Come cambiano successioni e donazioni con il nuovo decreto?

 

L’iter burocratico legato a successioni e donazioni sta per diventare più semplice grazie al dodicesimo decreto attuativo della delega fiscale, che il Governo sta portando avanti con l’obiettivo di razionalizzare le imposte indirette, ad eccezione dell’IVA. Addio a imposte di bollo, ipocatastali, tributi speciali catastali e tasse ipotecarie.

Quali sono le novità per successioni e donazioni?

Il Governo intende semplificare l’approccio alle imposte legate a successioni, donazioni e registrazione, puntando su una maggiore efficienza e facilità d’uso per gli utenti. Una delle misure più significative riguarda l’introduzione della dichiarazione precompilata per le successioni, che promette di alleggerire il carico documentale per gli eredi e i professionisti che li assistono.

Un cambiamento rilevante è rappresentato dall’estensione del principio di autoliquidazione all’imposta sulle successioni. In pratica, ciò significa che il contribuente potrà liquidare e versare direttamente l’imposta dovuta, senza dover attendere un avviso specifico dall’Agenzia delle Entrate, che successivamente verificherà la correttezza dei versamenti. Questo sistema mira a superare l’attuale processo che vede l’amministrazione finanziaria al centro della liquidazione delle imposte.

Cambiano le imposte

Il decreto prevede la sostituzione delle imposte di bollo, ipocatastali, tributi speciali catastali e tasse ipotecarie con un unico tributo, che potrebbe essere definito in misura fissa. Questa soluzione semplificatrice consente ai contribuenti di saldare il tributo tramite metodi di pagamento elettronici, rendendo l’intero processo più agile e meno oneroso.

Come sarà la nuova dichiarazione di successione?

La dichiarazione di successione verrà resa più snella, eliminando la necessità di allegare documentazione superflua come gli estratti catastali per gli immobili. Inoltre, verranno progressivamente ridotte altre informazioni richieste, con l’obiettivo di rendere il processo telematico la norma, sebbene i residenti all’estero potranno ancora inviare la dichiarazione tramite raccomandata.

Una volta che la riforma sarà vigente e con effetto per i decessi che interverranno dalla sua data di entrata in vigore in avanti, i soggetti obbligati al pagamento invece dovranno:

  • effettuare l’autoliquidazione delle imposte ipotecaria e catastale entro il termine di presentazione della dichiarazione di successione (sotto questo profilo, pertanto, non cambia nulla rispetto a quanto accade attualmente);
  • autoliquidare l’imposta di successione in base alla dichiarazione della successione entro 90 giorni dal termine di presentazione della dichiarazione (che rimane fissato in un anno dal giorno del decesso).

In alternativa, il contribuente potrà eseguire il pagamento dell’imposta sulle successioni autoliquidata nella misura non inferiore al 20% entro il predetto termine di 90 giorni e, per il rimanente importo, in otto rate trimestrali oppure, se si tratta di importi superiori a euro 20mila, in un numero massimo di dodici rate trimestrali (non essendo però ammissibile dilazionare importi inferiori a mille euro).

Entro quanto tempo può intervenire un controllo dell’Agenzia delle Entrate?

Se viene rilevato un difetto di autoliquidazione, l’Agenzia effettuerà (entro due anni dal giorno di registrazione della dichiarazione di successione) la notifica di un avviso di liquidazione cui dovrà conseguire, entro 60 giorni, il pagamento della maggiore imposta pretesa dall’ufficio unitamente a una sanzione amministrativa (attualmente pari al 30% dell’imposta non versata), ridotta a 1/3 se pagata entro il predetto termine di 60 giorni.

Sotto questo aspetto, dunque, la scelta compiuta dal redattore della bozza di riforma dell’imposta di successione non appare essere nel segno della semplificazione: l’autoliquidazione non è nuova al sistema dell’imposta di successione in quanto, una modalità identica fu introdotta (in parallelo con l’autoliquidazione dell’imposta di registro) dall’articolo 23 della Legge 413/1991 e restò in vigore dal 1° gennaio 1992 al 31 aprile 1994 (per effetto dell’articolo 9 del D.L. 260/1994).

Quali sono le agevolazioni per i trasferimenti patrimoniali?

Il decreto prevede un’esenzione dall’imposta sui trasferimenti di aziende, rami aziendali, quote sociali e azioni a favore di discendenti e coniugi, a condizione che la titolarità o il controllo dell’attività rimanga invariato per almeno cinque anni. Questa misura è volta a favorire il passaggio generazionale delle imprese all’interno delle famiglie, senza gravare sulle spalle degli eredi con oneri fiscali eccessivi.

Come viene riformata la disciplina dei trust?

Il decreto introduce una regolamentazione più strutturata per i trust, distinguendo tra quelli residenti in Italia e quelli esteri al momento della separazione patrimoniale. Per i trust residenti, l’imposta sarà dovuta su tutti i beni e diritti trasferiti ai beneficiari. In caso di trust esteri, invece, essa si applicherà solamente sui beni situati sul territorio italiano.

È possibile il pagamento anticipato dell’imposta?

Una novità interessante è la possibilità per il disponente o per il trustee di versare volontariamente e in anticipo l’imposta sui beni conferiti o sulla successione aperta. Questo permette una maggiore pianificazione fiscale da parte dei contribuenti e un introito anticipato per lo Stato. L’imposta anticipata sarà definitiva e non rimborsabile, anche in assenza del trasferimento dei beni al beneficiario.

Quali cambiamenti sono previsti per le donazioni?

Il decreto introduce la detrazione delle imposte pagate all’estero relative a donazioni e beni esistenti, fino alla concorrenza dell’imposta dovuta in Italia. Inoltre, vengono confermate le disposizioni sulla registrazione volontaria delle liberalità indirette, con applicazione di aliquote e franchigie favorevoli. Viene anche chiarito che le donazioni d’uso, come regali di Natale o mance, sono esenti dall’imposta, mentre per le donazioni accertate in procedimenti fiscali si applicherà un’aliquota dell’8%.

Conclusione

Il nuovo decreto rappresenta un passo importante verso la semplificazione e l’agevolazione fiscale dei trasferimenti patrimoniali e della costituzione di trust. Le misure introdotte mirano a sostenere la continuità delle imprese familiari, a facilitare la pianificazione successoria e a incentivare la trasparenza nelle donazioni, nel rispetto dei principi di equità fiscale.


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